GRAN CASINO' SPADA

Ingresso libero

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    giusto ho corretto grazie Hells ;)
     
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  2. **Miss_Tegan**
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    :Elise.png:

    Il ragazzo accanto a noi si alza e ci guarda in modo strano prima di andarsene verso il bar.
    Girandomi verso Tegan gli dissi con sarcasmo:

    << Vedi con le tue solite occhiatacce lo hai fatto scappare. Dovresti rilassarti un attimo.>>

    Subito dopo gli diedi un bacio senza pensarci due volte.

    << Ma a me piaci anche così.>>

    Gli feci l'occhiolino e subito dopo senza aspettare la sua risposta mi girai di nuovo per vedere se fossero arrivati altri ospiti.

     
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    CONTINUA DA LUOGHI CITTADINI – VIALE – VILLA DI EMMA ELIZABETH


    Il casinò era pieno di gente. Creature sovrannaturali si mischiavano ai pochi umani presenti nella sala. Meravigliose maschere ornavano i volti di sconosciuti. Avevo indossato la mia prima di scendere dal taxi. Anche se la voglia di partecipare alla festa era poca mi ritrovai, mio malgrado, affascinata dall’ambiente e dalle innumerevoli presenze.
    Mi voltai verso la mia amica << Ho davvero bisogno di bere >> speravo che l’alcool mi aiutasse a schiarire i pensieri.

    Molti divanetti erano occupati da coppie disinibite o intente semplicemente a conversare e ridere. Mi avvicinai al bancone e chiamai il cameriere

    << Gradirei un Godfather. >> era sicuramente la giusta serata per iniziare con qualcosa di forte
    .
    Mentre aspettavo mi guardai intorno alla ricerca della mia amica vampira ma non la vidi. Sicuramente si era fermata da qualche parte.

    Quando il cameriere tornò con il mio ordine lo ringrazia con un cenno del capo e presi posto su uno sgabello. Scolai tutto d’un sorso il contenuto del bicchiere.

    Oh... ci voleva... Non ricordavo fosse così forte.

    Continuavano a tornarmi alla mente quel ragazzo bruno, Iris che aveva partorito, Armand che mi aveva detto di essere un mezzo stregone e che voleva uccidere un essere innocente, la visione di Dimitri... era tutto così caotico... Avevo anche visto la disfatta di Armand ma tutto poteva cambiare. Questa volta le mie visioni erano troppo confuse per essere prese seriamente.
    Mi consolava sapere che il piccolo e la madre erano protetti da una presenza abbastanza forte. Cercai di tornare alla realtà...

    << Un altro >> dissi al cameriere.

    Questa volta sorseggiai il liquido guardandomi intorno. Notai alla mia destra un uomo, messo quasi in disparte che sniffava. Alcool e droga… la giusta combinazione per dimenticare.

    Mi piaceva osservare la gente che mi stava intorno e cercare di intuire i loro pensieri. Notai che molti erano intenti a flirtare, giocare come, forse, non avevano mai fatto.

    L’indossare una maschera toglieva ogni inibizione. Si passava dall’essere la timida persona, quella che è in grado si porsi dei limiti, alla persona spavalda che non ha paura di niente e di nessuno, nemmeno di essere se stessa.
    Amavo indossare una maschera, in quei momenti mi dimenticavo del mio passato e immaginavo di essere una persona diversa.
    Continuai a sorseggiare dal mio bicchiere. La stanza era piena di uomini messi bene fisicamente, lo si poteva vedere dai vestiti stretti, e molte labbra erano davvero invitanti.
    In fondo mi sarei anche potuta divertire.


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    scusatemi per il ritardo


    :Katherine1.png:

    mi poggiai sul bancone del bar e feci l’occhiolino al barista per attirare la sua attenzione dato che per il momento era intento a servire altri due clienti, non gradivo molto l’attesa, mentre lo squadravo un uomo molto elegante e con fare sicuro mi si avvicinò, a quanto pare mi aveva vista ballare e gli era piaciuto quello che aveva visto.
    Lo guardai e gli sorrisi ammiccando

    <<la ringrazio, sembra proprio un uomo d’altri tempi con i suoi complimenti così eleganti>>

    il barista nel frattempo si avvicinò a noi e mi fece un segno con il capo per darmi il via libera per ordinare, io non distolsi lo sguardo dall’uomo che aveva appena conquistato il mio interesse

    <<un bicchiere del miglior Wiscki che hai>>

    ordinai, e mi avvicinai di più a l’uomo che avevo di fronte che mi stava guardando come se improvvisamente la folla intorno a noi fosse sparita.

    <<non c’è bisogno che mi offra da bere, mi dica solo chi pensa che meriterebbe la mia compagnia>>

    adoravo provocare gli uomini, faceva parte del gioco

    i miei divertimenti sono particolari… me ne rendo conto…

    poggiai una mano sulla sua spalla, mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai

    << Che ne dice del biondino che sta chiedendo dove sia il proprietario di questo posto e si guarda intorno con fare frenetico come se stesse aspettando qualcuno? guardi ha puntato una bellissima ragazza, che ne dice… io potrei rubarle la scena?… o ha qualcun altro da propormi più alla mia altezza?>>

    rimasi vicinissima a lui, il barista si avvicinò e tossì piano per attirare la nostra attenzione, come se avesse paura di interrompere qualcosa… e in effetti era così. Lo gelai con lo sguardo e afferrai il bicchiere che mi stava porgendo.
    Portai il bicchiere alle labbra e mi feci coccolare dall’alcol, continuando a guardare negli occhi quell’uomo così affascinante e aspettando curiosa di vedere come avrebbe reagito alla mia provocazione.
     
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  5. Shaogorath
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    :Azumah.png:

    mi incantai guardando l'entrata del casinò. Solo allora mi resi o meglio ricordai che non conoscevo ancora nessuno.
    Dovevo farmi una vita sociale, ero stata sola per troppo tempo.
    improvvisamente, mentre tenevo lo sguardo puntato sull'ingresso una voce parlò alle mie spelle.

    -Sati aspettando qualcuno?-

    Sobbalzai nel sentire una voce tanto vicina a me. provai a fare mente locale ed abbinarla a tutti coloro che conoscevo.
    No, non avevo idea di chi fosse colui che si trovava alle mie spalle. mi voltai verso di lui accennando un sorriso.
    Era un uomo alto e alquando muscoloso vestito molto elegantemente per la vesta. Rimpiansi di non poter vedere il suo volto che era celato dalla maschera.

    -Per il momento no, sono in città da poco e non ho ancora conosciuto nessuno-

    Cercai di tenere un tono cordiale e di non sembrare "strana" ai suoi occhi. Molti umani mi avevo definito così anche se in realtà non avevo mai compreso il perchè.

    -Io sono Azumah-

    Gli porsi la mano continuando a sorridere.

    -tu sei...?-

    chiesi interrogativa inclinando leggermente le testa mentre mi portavo il bicchiere sulle labbra per poi bere un sorso del suo contenuto assaporandone il sapore.
     
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  6. **Miss_Tegan**
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    :Tegan.png:

    La mia piccola Elise mi stava stuzzicando per bene ma io non sono uno che si tira indietro se viene provocato.

    << Amore mio se mi rilassassi come dici tu a quest'ora molti maschi ti sarebbero saltati addosso e sai che questo non lo permetterei mai.>>

    Dopo mi avvicinai al suo orecchio in modo che solo lei potesse udire queste parole:

    <<lo so benissimo quanto ti piace il mio "caratteraccio" soprattutto quando siamo soli in camera da letto. >>

    Detto ciò anche io le stampai un bacio ma leggermente diverso da quello che mi diede lei, il mio rappresentava letteralmente ciò che avevo appena detto, subito dopo mi staccai da lei per non dare un motivo a questi maschi presenti di avvicinarsi alla mia Elise dato il corpo stupendo che ha esaltato da questo pezzo di stoffa che si era mesa per questo evento.

     
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  7. +Hells+
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    :Anderson.png:

    La donna sobbalzò quando le rivolsi la parola, come se l'avessi colta di sorpresa. Si voltò verso di me e mi guardò attentamente, come se stesse cercando di scovare qualche dettaglio per scoprire la mia vera identità, infine mi sorrise, affermando di essere appena arrivata in città.
    La osservai attentamente a mia volta, celato dalla maschera. Non riuscivo a capire che tipo di creatura fosse, il mio corpo reagiva diversamente dal solito. Una cosa era sicura: non avevo mai incontrato nessuno come lei prima d'ora e proprio per questo non dovevo abbassare la guardia, nonostante non ci fosse alcun pericolo apparente.

    Mi porse la mano, dicendo di chiamarsi Azumah e chiedendo chi fossi io. Accennai ad un sorriso a mia volta, anche se lei non poteva vederlo dal momento che la maschera copriva tutto il mio volto, e ricambiai la stretta. Anche col contatto fisico, non riuscii a capire di quale creatura soprannaturale si trattasse.

    < Mi chiamo Alexander e anch'io sono in città da poco. Per lavoro, se così si può dire... Tu? Cosa ti porta a Littoria?>

    Cercai di rimanere sul vago, giusto per non destare troppi sospetti, come una persona comune che vuole semplicemente conversare. Riflettei che lei poteva anche avermi scambiato per uno dei tanti presenti che approfittava delle maschere per provarci spudoratamente con delle sconosciute, ma non sembrava quel tipo di donna. E in ogni caso, non poteva immaginare di avere di fronte un prete! Preferii omettere quel dettaglio così da poter parlare più liberamente.
    Lei bevve un sorso di champagne, come se stesse prendendo tempo per pensare alla risposta più adatta alla mia domanda.

    E poi accadde tutto di colpo. Fu come se u incendio divampasse dall'interno del mio corpo, bruciandomi le ossa. Fu così improvviso da cogliermi di sorpresa e d'istinto strinsi le braccia al petto, soffocando un gemito di dolore. Cosa stava accadendo? I segni angelici non avevano mai reagito in quella maniera, era come se tutto il mio corpo stesse andando in fiamme e il dolore era inimmaginabile. Nemmeno quando mi ero ritrovato in un covo di vampiri avevo provato la stessa sensazione.

    Cercai invano di nascondere e ingorare il dolore ma questo non accennava a diminuire, anzi: più il tempo passava e più aumentava. Caddi in ginocchio, sotto lo sguardo sbigottito della donna che, troppo sorpresa dalla mia reazione, era rimasta immobile come se non sapesse cosa fare. Chiusi gli occhi respirando a fondo, ma non servì a niente. Dovevo uscire immediatamente da quel posto.
    Mi rialzai a fatica, incurante degli sguardi confusi e sbigottiti delle persone che mi circondavano. A tentoni uscii dal casinò, ma anche all'aria aperta la situazione non migliorò. Non dipendeva da qualcosa o qualcuno all'interno del casinò, era come se l'inferno stesso si fosse riversato in quella città, sprigionando tutto il suo oscuro potere.

    Arrancai giù per le scale, inciampando e rotolando fino in fondo tra lo stupore dei presenti. Mi rialzai barcollando e a tentoni raggiunsi la via più vicina. Tolsi la maschera e la lasciai cadere a terra, così da respirare a pieni polmoni. Il dolore non diminuiva e ormai ero al limite della sopportazione. Riuscii a malapena a svoltare un angolo prima di accasciarmi a terra e perdere i sensi.

    CONTINUA IN LUOGHI CITTADINI - CITTA - VICOLO
     
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    :Alexandre.png:

    …come di un incubo notturno che con le prime luci del mattino resta solo la vaga impronta di un ricordo sfumato, quasi irraggiungibile nel riuscire a focalizzarlo nella nostra mente, cosi divenne la causa del mio malessere. Ne vedevo solo l’alone. Non era più doloroso.

    La droga aveva schiacciato il tasto pausa, se avessi potuto scegliere non avrei più riavvolto il nastro, ma continuato fino a terminare la traccia e non l’avrei più riascoltata. Ma sapevo che non è cosi che funzionava.

    Era solo l’effetto passeggero del paradiso dei codardi, non ero umano e non ci sarei rimasto a lungo a crogiolarmi in quel mondo ovattato, avevo solo bisogno di staccare la spina per qualche ora.

    I pensieri, l’angoscia e la rabbia avevano lasciato il posto ad un animale guidato da puro istinto e bisogno, un terreno fertile per l’incubo che avevo , troppo a lungo, costretto ad osservare i piaceri della carne prigioniero in una camera blindata.

    Con gli occhi del predatore osservavo corpi sconosciuti fasciati da pizzo e merletti, altri decisamente più robusti e virili costretti dalla seta di camice bianche, velavano le forme lasciando spazio alla mente di soffermarsi dove gli occhi avevano deciso di posarsi e magari scelto di rimanervi. Passavo a rassegna quei tanti volti nascosti da maschere variopinte. Mi sentii sprofondare in uno stato di repressa aggressività quando mi fu chiaro che nessuno degli invitati aveva catturato l’attenzione della bestia.

    Era solo una la preda che cercava con meticolosa ossessività, era quell’odore inebriante di femmina impegnata che bramava di possedere tra le sue fauci.

    Lei non era venuta.

    Un bene.

    Un male.

    Un errore.

    Una scelta sbagliata nei confronti di un’avida creatura malvagia.

    … poggiai una mano su di una colonna di roseo marmo circolare e restai immobile a contemplare lo sfarzo della sala da ballo. Mezzo secolo prima , mi sarei mostrato come un perfetto padrone di casa, conversando e civettando tra gli invitati, ma … l’inferno mi aveva in un certo qual modo cambiato. Ero diventato più schivo. Taciturno. Solitario ed … affamato.

    << Dianne. Cosa vuoi. >>

    … pur voltandole le spalle, l’avevo sentita arrivare e mantenere la distanza di due passi dalla colonna e da me. Era mia. Una mia creatura da almeno quattro secoli e come gli altri figli dispersi stavano pian piano facendo ritorno a casa. Tutti loro sapevano del mio ritorno. Tutti mi avevano sentito.

    << Mio Signore. >> in una graziosa e sentita riverenza sollevò appena l’orlo dell’ampia gonna di velluto da terra e mi sorrise facendo mostra di adorabili fossette. I grandi occhi verdi nascosti dalla maschera di Colombina non mi celavano più alcun segreto.

    Presi posto su di una poltrona libera, dove in meno di mezzo minuto un cameriere depose su di un basso tavolino di cristallo, una ciotola di pop – corn. Ero goloso del mais tostato e dorato nel burro fuso, altro che champagne e tartine di caviale servite agli ospiti.

    << Sei venuta a chiedermi la direzione del teatro, non è vero? >>

    Le gote le si imporporarono e per nascondere il rossore fece ricadere ai lati del viso dei perfetti boccoli bruni. Annuì timidamente, Dianne era una creatura affascinate piccola e graziosa come una bambola di porcellana ma spietatamente sadica quando l’occasione lo richiedeva.

    << Sei adatta per quel ruolo. Il teatro dei vampiri è tuo. >>

    … le due gemme che aveva al posto degli occhi si illuminarono di una intensa luce sovrannaturale.

    << Mille grazie, mio Signore. Volevo informarvi dell’arrivo di una famosa cantante lirica qui a Littoria, Zalera Holopainen, il suo agente ha scelto il teatro come prima tappa del tour italiano. >>

    Mi mostrò l’email su un dispositivo elettronico.

    Gentile signor Alexandre,

    mi chiamo Tuomas Heietala, lei non mi conosce ma sono l'agente della cantante lirica di fama mondiale Zalera Holopainen che sicuramente conoscerà.
    Attualmente ci troviamo in visita nella sua bellissima città, Littoria, e sappiamo che lei è il proprietario del Theatre Des Vampires. Saremmo onorati se accettasse di ospitare la tappa italiana del nostro Tour The Music of the NIght per l'inaugurazione del teatro.
    Le allego la locandina dell'evento e per qualsiasi informazioni non si faccia alcun problema a contattarmi. Attendiamo con ansia una sua risposta.
    Cordialmente la saluto e spero di poter dire 'a presto'.

    Tuomas Heietala
    per conto di
    Zalera Holopainen


    ipad_apple_film



    << Mi piace l'opera classica, è perfetta per inaugurare il Teatro. Riservami un palco. >> la congedai con un rapido gesto della mano.

    Continuai a divorare i pop corn e mi incupii maggiormente nel constatare che la fame rischiava di spazzare il mio nobile e calcolato contegno.

    " Potrei invitare Iris alla prima. "

    Sospirai affondando nel soffice schienale della poltrona di pelle bianca e allontanai irritato la ciotola del mais degli dei.

    " Fanculo! Devo stare alla larga dalla tentazione di quella femmina. "

    Qualcuno si schiarì la voce, invocando la mia attenzione, alzai il capo ed incrociai un paio di occhi scuri ed arcigni. La donna umana non indossava la maschera, ma un serio tailleur nero. Puzzava di regole e leggi.

    << Il Signor Alexandre Spada? >>

    << Si. Con chi ho il piacere di parlare? >> mi alzai da prassi.

    << Tenente Alina Sparks, polizia di Littoria. Ho alcune domande da farle. >> mostrò il distintivo.
     
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    seconda stella a destra poi dritto fino al mattino

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    :Damon.png:



    Osservavo ogni suo movimento come fossi incantato

    chiudi la bocca Damon non puoi sbavare davanti a una signora riprenditi

    Mi domandò che facevo a parte proteggere le donne dal freddo, abbozzai un sorriso con un po di malinconia, non avevo voglia di svelargli tutti i miei scheletri nell'armadio, e poi finalmente potevo indossare una maschera, volevo coglierne tutti i vantaggi.

    <<non faccio altro... Tu invece? Che fai a parte conquistare i ragazzi ai balli?

    La vedevo agitata e non del tutto a suo agio.
    Se sapesse come chi sono d'avvero, tutto quello che ho fatto nella vita... Allora si che sarebbe agitata

    devo aver perso la mia capacità di parlare con le donne

    Le porsi la mano e le sorrisi rassicurante

    <b><<siamo ad un ballo approfittiamone, ti va di ballare con me?>>

    qualsiasi cosa pur di non parlare di me

    Aspettai una sua risposta continuando a rimanere imbambolato dalla sua bellezza.
    E grato all'evento che mi aveva dato l'opportunità di "nascondermi" soltanto per una sera.
     
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    :Malacath.png:

    La gentil donzella mi rignraziò per i miei complimenti, dicendo che sembravo un uomo d'altri tempi. Sfoggiai di nuovo il mio sorriso, anche se purtroppo lei non poteva vederlo dietro la maschera, ma mi veniva spontaneo quando avevo di fronte una possibile preda.

    Ordinò un whisky, la ragazza non scherzava, e si avvicinò a me chiedendomi chi secondo il mio giudizio meritava la sua compagnia. Le piaceva giocare e tutto ciò mi divertiva. Si avvicinò ancora di più, appoggiandomi un amano sulla spalla, e mi indicò un tipo che stava parlando con una ragazza. Decisi di stare al gioco e mi voltai nella sua direzione. Portai una mano al mento con fare teatrale, come se stessi meditando attentamente.

    < Sì, il ragazzo deve avere un bel fisico sotto quegli stracci così poco eleganti, ma non ci siamo proprio, l'approccio è totalmente sbagliato! Non ci sa fare con le donne, basta guardare la sua postura e il modo in cui si rivolge a lei, senza contare che è completamente privo di classe ed eleganza!>

    Quasi a conferma delle mie parole, il biondo si accasciò in ginocchio dolorante prima di scappare dal casinò. Trattenni a stento una risata prima di voltarmi di nuovo verso di lei.

    < Sembra che il nostro prescelto si sia appena auto-eliminato! Ahimè, cominciava quasi a piacermi! Ma se per te va bene, puoi accontentarti di me, modestamente non me la cavo affatto male con il ballo!>

    E soprattutto con altre cose...

    Continuai mentalmente porgendole la mano con fare cavalleresco.
     
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  11. +Hells+
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    :Beatrix.png:

    Il ragazzo rispose alla mia domanda dicendo che non faceva altro. Lo guardai con un'espressione del tipo: a chi vuoi darla a bere? Mi domandò a sua volta cosa facevo io, oltre a conquistare i ragazzi ai balli. Non resistetti e scoppiai letteralmente a ridere, coprendomi la bocca con la mano.

    Hai sbagliato completamente persona!

    < Diciamo che... gironzolo qua e là senza un vero scopo, anche se ultimamente uno scopo l'ho trovato...>

    risposi cercando le parole adatte per non sbilanciarmi troppo. Non potevo di certo dirgli: sai, dopo aver fatto la stracciona per anni ora mi sto allenando per sconfiggere Lucifero! Allora sì che mi avrebbero portata fuori di lì con una camicia di forza addosso!
    Mi porse la mano, invitandomi improvvisamente a ballare. Io lo guardai come se lo temessi.

    < B-ballare? Non credo di esserne capace...>

    mormorai grattandomi una guancia con fare imbarazzato. Senza contare che buttandoci nella mischia avevo più probabilità che Malacath mi vedesse in sua compagnia e non avevo la ben che minima idea di come avrebbe potuto reagire vedendo un uomo insieme a me...

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  12. **Miss_Tegan**
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    :Elise.png:

    Dopo il bacio di Tegan avevo decisamente bisogno di qualcosa da bere, il mio compagno aveva decisamente messo in chiaro cosa intendesse con le sue parole. Lo guardai con le guance in fiamme e gli dissi:

    << Hai chiarito cosa intendevi ora però vado al bar a prendermi qualcosa di fresco.>>

    Ne avevo decisamente bisogno mi alzai e mi diressi al bar e chiesi un Martini Dry al barista.

    << Subito signora.>>

    Vicino a me avevo due coppie entrambe una delle quale almeno dei gesti, quelli del cavaliere, aveva intenzione di iniziare a ballare.
    Mi guardai alle spalle e guardai Tegan << Una cosa del genere lui non la farebbe proprio. E subito dopo sorrisi al solo pensiero.

     
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    continua da STANZA MURATA 666 - CIMITERO - LUOGHI DI FESTA

    :Cole.png:



    il viaggio nella costosa auto che Alexandre aveva fatto giungere al di fuori della ormai importante stanza murata del cimitero mi condusse direttamente a quello che ricordavo bene essere il quartiere generale dei divertimenti di mio zio... il suo casinò...

    "zio" pensai ancora una volta... anche se in realtà lui non era carnalmente mio zio io non lo avrei mai smesso di chiamare così, nonostante lui mi avesse abbandonato nel futuro... ma oggi potevo vivere quello che mi era stato negato, potevo vivere le persone e le emozioni che mi erano state private con la forza per mano del mio vero zio Armand Bredisc e potevo vivere Alexandre e mia zia Karen... che ancora non avevo avuto modo di vedere...

    "Papà...mi hai dato una possibilità di vivere tutto questo, non la getterà al vento..."

    per tutto il tempo io e mamma ci eravamo stretti forti in macchina un lungo e lento abbraccio fatto di sospiri, baci, voci sussurrate e pensieri di amore, dovevamo ancora parlare di tanto, ma ci sarebbe stato tempo, lei poi crollò appisolandosi tra le mie braccia, infatti quando arrivammo davanti al casinò lei dormiva ancora, io uscii piano e subito mi accolsero all'ingresso degli uomini capeggiati da un bel ragazzone... tutti belli...

    "Zio Alex si è sempre circondato di fighi... non era diverso neanche in passato" ma ora quello era presente pensai... scossi la testa... iniziavo a far confusione con il tempo...

    "dove sei Fernando...mi manchi" il mio bel ragazzo era lì... nel lontano 2039... ma doveva pur trovarsi su questa terra anche in questo 2015...
    "ti troverò" dissi mentalmente molto determinato... i miei pensieri mi tennero lontano da quello che mi stava succedendo attorno... gli uomini di mio zio con fare elegante mi fecero sentire un principe mi fecero addentrate in saloni e stanze private per rifocillarmi e mettermi per qualche minuto comodo...

    QUESTO E' ANCHE UN SUO POSTO SIGNORINO COLE

    era opera certamente di Ale lo sapevo bene zio Alex... Ale... aveva di certamente dato disposizioni nei dettagli di farmi sentire a casa, di farmi stare bene...di esser trattato bene... mentre mi vestivo prendendo alcuni indumenti da un armandio pensavo a quanto bene volevo a quell'uomo così duro con tutti, letale e perfido, pensavo a quanto mi era stato vicino da piccolo per non farmi sentire la mancanza di mio padre...pensavo a quanto mi era stato vicino quando mamma e zia Karen erano state assassinate... ma pensavo anche a quanto mi aveva ferito lasciandomi da un giorno all'altro solo senza nessuna notizia...

    "Mi devi delle spiegazioni..." il mio cuore batteva ancora per lui... .. .
    "Si" pensai categorico, lo avrei affrontato il prima possibile, mi vestii mettendomi qualcosa una semplice, maglietta nera con un pantalone chiaro,

    rwXrXNs

    un ragazzo stupendo entrò poi in camera dicendomi che era in corso al casinò una festa in maschera ma che ero stato invitato ad una serata musicale che si sarebbe tenuta di lì a poco e mi diede il biglietto da visita che mi permetteva di avere uno sconto d'ingresso cantava Zalera... era una cantante forse conosciuta in quegli anni... ci sarei andato... volevo cercare di beccare in giro la zanzara di mi zio Armand e di schiacciarlo nel più breve tempo possibile... gli avrei prima rotto i coglioni e poi fritto le sue budella dandole in pasto ai gabbiani di Littoria...

    uscii da quella stanza del casinò

    "si lo avrei fatto, vendicando mio padre ed il futuro orrido che mi aveva fatto vivere..."

    le varie sale del casinò erano piene zeppe di persone in maschera, non avevo nessuna maschera, non avevo voglia di indossare maschere, ero lì in quel mondo che apparteneva il mio me da piccolo ero già una maschera, una sostituzione vivente... soltanto un'altra persona, una donna in tailler non aveva maschera e stava mostrando un distintivo a quello che......

    "è lui... che guai avrà fatto stavolta..." mi avvicinai pian piano e riuscii a sentire la donna che si presentò ormai ero davanti a loro... incrociai gli occhi di mio zio, avevano uno strano bagliore... mi fissò per alcuni secondi dalla testa ai piedi e lo feci anch'io... aveva indossato una bellissima maschera nera sul suo bel volto ed aveva indossato un abito che gli calzava a pennello... io avevo sempre sfigurato accanto a lui...
    ricordavo ancora quando mi accompagnava nei locali di perdizione quando ero appena adolescente...
    gli sorrisi... l'aria era invasa dal profumo meraviglioso del mais tostato nel burro come piaceva a lui e come mi aveva insegnato ad amare... al cinema io lui e mamma eravamo andati diverse volte ed insieme avevamo fatto fuori interi contenitori di pop corn...

    <buonasera> dissi in modo secco ma con il sorriso guardando poi anche la donna che mi guardò con sospetto... girai attorno alla sedia di Ale e mi misi dietro di lui poggiando le mie mani sulle sue forti spalle... che premetti premurosamente

    <scusate l'invadenza, spero di non aver interrotto niente di importante...> la donna si accigliò mentre lui divenne teso sotto le mie mani... in modo disinvolto gli rubai da sotto al naso i pop corn e continuai a mangiarli guardando entrambi... poi i miei occhi ricaddero ancora negli occhi di mio zio ed ironicamente dissi...

    <zio noi dobbiamo parlare...> la donna si indispettì
    <io sono Cole Bredisc... e questo non mi sembra il posto per importunare mio zio... ha un documento per interrogarlo? Altrimenti il distintivo mi scusi ma... non serve ad un emerito cazzo...>
    chi avrebbe toccato ed importunato Alexandre, mia mamma e mia zia Karen avrebbe fatto una brutta fine provando i miei poteri direttamente del 2039.


    ad un tratto mi fischiarono le orecchie... era quel fischio assordante che di solito ascoltavo quando decidevo di leggere nel pensiero ma stavolta era più fitto...

    <mmmm> bisbigliai... mi dava fastidio portai un mano sull'orecchio stringendo gli occhi dal fastidio...

    .......FIGLIO MIO..... ... .. .

    "Papà" pensai... era la voce di mio padre Kristofer
    :nox9j8.png:

    ....................SALVATEMI.....

    "Papà!...." strinsi ancora più forte gli occhi per il dolore mentale...

    ......ALEXANDRE....... IO... IO ED ALEXANDRE... ................... NOI...... SALVATEMI


    i suoi pensieri mi arrivavano a tratti... non era un pensiero fluido... il fishio terminà ed il dolore subito cessò... riaprii gli occhi ed i due subito capirono che era acccaduto qualcosa... la donna furiosa per l'affronto che gli avevo comunque fatto mi chiese se stavo bene, mio zio Alex avevo un volto accigliato quasi sbiancò era subito pronto a portarmi nel migliore ospedale italiano...

    <va tutto bene> sussurrai ai due ma guardando lui per rassicurarlo...

    <noi dobbiamo parlare...subito.> riuscii a dirgli...

    mio padre, mi aveva contattato...voleva essere salvato....

    "Mio dio, ma di che parla? Può ritornare in vita o vuole aiuto per raggiungere qualche tipo di luce..." e cosa mi stava cercando di dire su di lui ed Alexandre?



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    Ben presto mi resi conto che l'alcool cominciava a fare effetto. Sentivo le conseguenze delle visioni scivolarmi via, e pian piano tornare le forze.

    Continuavo a guardarmi intorno alla ricerca di qualcuno con cui divertirmi un pò. Emma Elizabeth si era misteriosamente volatilizzata, non riuscivo a trovarla nella stanza.

    Mi girai verso il cameriere e chiesi un altro bicchiere. Lo presi e mi girai nuovamente verso la sala. Tornai con lo sguardo all'affiscinante uomo seduto nell'angolo. Non c'era... Non mi sarei mai alzata per andare a parlare con lui, di certo non cercavo qualcuno più depresso di me, anche se... lui aveva trovato i giusti ingredienti per un pò di felicità.

    La sala era piena di gente... avrei voluto essere libera di ogni pensiero e inibita come le altre donne.

    * Dovresti svegliarti un pò*
    dissi a me stessa. In quell'istante mi ritrovai a fissare luomo in maschera seduto su una poltrona. Vidi delle persone raggiungerlo e parlare con lui.

    Sorseggiai dal mio biccchiere e poi lo sentì... il rumore del bicchiere che andava in frantumi sul pavimento.

    Senza volerlo avevo lasciato la presa. Tutto quello che avevo intorno si era come fermato...


    << Un nuovo figlio mieterà la vita dell'uomo che brama vendetta. >>
    un bruno ragazzo teneva un'arma insanguinata tra le mani.

    *Chi sei? *


    Sentì di nuovo la gente intorno a me. Per fortuna non mi aveva notata nessuno.

    Mi alzai e chiesi scusa al cameriere per il bicchiere rotto.

    Presi un flutè di champagne da un vassoio e mi diressi verso il terrazzo. Passai davanti all'uomo dalla maschera e rimasi pietrificata. Accanto a lui c'era il ragazzo bruno.

    << Tu! >> quasi gridai guardando negli occhi. Ma non aggiunsi altro... accellerato il passo attraversai la porta del terrazzo.

    Presi il telefono e chiamai il servizio telefonico.

    << Ho bisogno del numero della reggia Bredisc >>


    Dall' altre parte del telefono la ragazza mi disse di aspettare. Dopo quella che sembrò un eternità sentì la ragazza pronunciare i nuemeri. Dopo averli ripetuti nella mia testa li composi sulla tastiera del mio telefono.

    * Stai facendo la giusta cosa *


    ma lo stavo davvero facendo? Dovevo decidere da che parte stare... il potere di Armand non mi era indifferente. Ne avevo bidogno per amentare il mio.

    Mi rispose un uomo.

    << Salve, mi chiamo Beth e vorei lasciare un messaggio per il signor Armand. >>

    presi fiato

    << Niente è come sembra. Qualcosa o qualcuno è cambiato. Le forze si stanno concentrando contro di te. L'ho visto. Continua a cercare l'anima innocente ma, ricorda, niente è come dovrebbe essere. >>

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    <<non rifiuto quasi mai un invito alle danze>>

    Dissi sorridendogli quasi con sfida, presi la sua mano e mi feci guidare sulla pista da ballo

    <<adesso sono davvero curiosa di vedere come te la cavi con il ballo>>

    Mi avvicinai a lui e gli misi le braccia intorno al collo dato le note del lento che ci accompagnavano, ma persino la musica sembrava giocare a quel botta e risposta tra me e lui, partirono le note di un tango, lo guardai negli occhi e cambiammo immediatamente postura, lui mise un suo braccio intorno al mio fianco e mi spinse verso il suo corpo con un movimento deciso

    ok glielo devo concedere, sembra davvero sapere quello che fa

    Con l'altra mano intrecciai le dita con le sue, cominciammo a muoverci in perfetto sincrono, accarezzammo quasi tutta la pista, erano in pochi a ballare ora, il tango non è un ballo da tutti, con il passare degli anni ne ero diventata quasi un esperta (quasi perché si può sempre migliorare) era come sedurre e lasciare, avvicinarsi e allontanarsi, prendersi e abbandonarsi.
    Quando la musica finì rimanemmo per un attimo con i corpi attaccati, il ritmo del mio respiro ora era leggermente aumentato.

    <<mi piacciono gli uomini che sanno muoversi come lei>>

    Sorrisi e rimasi ancora un po' addosso a lui prima di allontanarmi.
    Avevamo attirato l'attenzione di un bel po' di persone, sentivo i loro occhi su di noi, e questo mi creava un po di disagio, avevo sempre vissuto in incognito, nell'ombra, per la mia sicurezza visti i guai in cui ero abituata a cacciarmi, e avevo la convinzione che lui sarebbe stato il prossimo in cui mi sarei cacciata.
     
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