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Nascondere la mia presenza alla comunità demoniaca era un potere che avevo perso in seguito alla caduta e non mi meravigliai di sentire, dall'interno della casa, Matteo gridare il mio nome. Il mio stomaco si strinse in una morsa d'acciaio, era come una mano gelida che mi stritolava ferocemente le viscere. Non potevo permettere al senso di colpa di manifestarsi. Dopotutto, avrei dovuto abbatterlo già da tempo quel vampiro. Più di una possibilità gli avevo concesso nel corso degli anni, ed ora ero stanco di veder soffrire coloro a cui tenevo per delle scelte e valutazioni sbagliate. Il mio animo inquieto non si sarebbe placato finché, dallo stesso Matteo , non avrei visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie che fosse sano e salvo.
Troppe morti. Crimini lasciati impuniti. Famiglie ridotte in inginocchio per la perdita dei loro cari. Littoria era diventata un covo di creature malvagie, assetate di sangue e potere. Anche se non rientrava più nei doveri salvaguardare la vita degli umani, ma nonostante tutto restavo pur sempre un arcangelo, e le abitudini erano dure a morire. I demoni, di razza e di comportamento, dovevano essere presi a calci in culo e rispediti negli inferi. Tutti, salvo il mio amico che avrei protetto dalla mia stessa gente. Lui era diverso. Era speciale.
Lo scatto di una maniglia ed il cigolio della porta che si spalancava mi resero quasi impaziente, stavo trattenendo il fiato e non me ne rendevo conto. Mi sistemai la camicia, e ancora una volta diedi una rapida occhiata nel caso se , durante la lotta, fossero rimaste ulteriori tracce di sangue, ma l’acqua di mare aveva svolto il suo dovere. Ero pulito. Quando finalmente vidi il volto di una donna dai lunghi e flessuosi ricci scarlatti le rughe sulla fronte si accentuarono. Incrociai i suoi occhi per poi spostare lo sguardo lungo il braccio ed infine alla mano sospesa in aria per essere stretta. Un gesto apparentemente amichevole.
Noctura. Si presentò incurvando leggermente le labbra in un sorriso.
<< Raphael, sono venuto per Matteo. >> le presi la mano.
Era calda. La pelle liscia e soffice a contatto con il palmo calloso della mia mano destra, quella che per millenni aveva impugnato una spada. La mia arma, quella di cui mio padre mi aveva privato.
.. seppure per una questione di millisecondi avvertii una scossa elettrica che dal braccio si propagò lungo il resto del corpo. Serrai la presa, strinsi con maggior forza quella mano crudele ingannevolmente piccola e delicata. Una femmina di demone. Una creatura infernale dal promiscuo odore di peccato. Mi riempii i polmoni di quella fragranza immonda, chissà quante povere vittime aveva mietuto con il suo corpo impostore da bella ragazza umana.
La fissai negli occhi, incurvai un angolo della bocca in segno di sfida, mentre lei si scostava per permettermi di entrare nella sua dimora, fingendo cordialità.. . ma l’astio e la collera sprigionano sgradevoli vibrazioni sotto la pelle di un’immortale ed era impossibile non accorgersi di quanto fosse pericolosa quella creatura.
Finsi imprudenza e raggiunsi subito Matteo che sostava nell’ampia stanza immobile. Aggrottai ulteriormente la fronte e mi avvicinai rapidamente.
<< Amico mio, come stai? >> gli accarezzai il viso e mi si mozzò il respiro in gola non appena mi resi conto che i suoi occhi. Dio, i suoi occhi erano spenti. Quell’azzurro cielo delle sue iridi , che mi avevano colpito fin dal primo istante, era come sbiadito.
Gli misi una mano dietro le spalle e lo attirai sul mio petto, lo abbracciai forte. Se non fosse riuscito a mettersi in salvo a quest’ora starei soffrendo la sua assenza.
“Maledetto Kilian! Maledetto quel fratello dannato!”
Feci in modo di non dare le spalle a Noctura, ma il mio profilo, in caso di attacco avrei spinto Matteo lontano e mi sarei difeso. Non potevo rischiare che potesse colpire lui.
<< Un nobile gesto il vostro, offrire rifugio al mio amico. >> la punzecchiai per capire quali fossero le sue intenzioni. Magari aveva un piano e potevo esser finito in una trappola.
Mai fidarsi di un demone. Mai.. -
Shaogorath.
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L'angelo non si fidava di me, probabilmente si aspettava di esser caduto in una trappola da parte mia.
Come facevo a saperlo? Lo intuivo dal fatto che non mi voltava mai le spalle.. Un bersaglio che ti dava le spalle ti semplificava le cose.
<allora, mia cara, come la mettiamo ora?>
Ormai con la testa ero ben distante da quel luogo che era la mia casa. Fissavo la scena che avevo sotto gli occhi, anche se in realtà non la stavo veramente guardando.
Sinceramente? Non ne ho idea, mi aspettavo un attacco da parte sua e invece niente... Non voglio illudermi, probabilmente sta aspettando il momento più opportuno per mandarmi all'altro mondo
Non sapevo cosa aspettarmi, mi aveva spiazzato. Era un evento più unico che raro questo.
Ogni parte di me mi spingeva ad attaccare, ogni singola fibra della mia nera essenza mi urlava di attaccare. Resistere era tutt'altro che una passeggiata.
Matteo ora appariva sollevato, non più con l'espressione di terrore o di disperazione.
Mentre osservato i due sentii qualcosa dentro di me, una sentimento?
<quella che stai provando, Noctura si chiama invidia.>
Il tono di Ratash era mutato in un tono che poteva avere un padre che, pazientemente, tentabdi spiegare al figlio testardo.
So cos'è l'invidia, ma non capisco perché la stia provando
Alla fine distolsi lo sguardo concentrandomi sul motivo del tappeto. Non che fosse particolarmente interessante.
<mi sembra scontato, no? Tu invisi Matteo perché lui ha qualcuno che si preoccupa per lui..>
E io invece sono sola, grazie tante.
Dovevo riconoscerlo che alla fine non aveva tutti i torti, anzi, aveva fatto centro. Ma non volevo ammetterlo con me stessa.
Ciò che accadde poco dopo mi lasciò senza parole. Matteo, anche se per poco riuscì a vedere. Lo viso sorridere come mai aveva fatto da quando l'avevo salvato. In seguito si voltò verso di me, non sapevo che dire e aspettarmi. Mi disse che ero bellissima, avevo immaginato delle sue probabili reazioni ma non quella.
Lo guardai dolcemente, era così strano dopo tanto essere di nuovo felici per un'altra persona, avevo quasi dimenticato cosa volesse dire.
Però come si staccò dall'angelo i suoi occhi tornarono ciechi:era lui a farlo vedere.. -
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Stringevo tra le braccia una creatura tanto potente ed allo stesso tempo tanto fragile emotivamente. Si arriva ad un punto , dopo che hai lottato, accumulato, sopportato, in cui cedi e ti liberi. In lacrime Matteo singhiozzava, ed io avrei voluto potergli dare più del conforto di un amico , più della vendetta, ma di un arcangelo che perde la Grazia di Dio, ne resta solo un guerriero, tutti i poteri che per millenni avevo messo al servizio delle schiere Celesti erano sfumati come granelli di sabbia dispersi in una tempesta di vento.
Puff, e sei un involucro di ossa e sangue vulnerabile alle ingiustizie del mondo.
Il palmo della mano con una lieve pressione accarezzava la robusta schiena di muscoli scattanti di un amico che aveva distrutto con la saggezza delle parole anni e anni di pregiudizi. Ma erano duri da cancellare, a meno di tre metri scrutavo la demone dai ricci di sangue che restava ferma ad osservare.
Cosa aspettava ad attaccarmi? Ero cosi vicino all’oscurità che oramai non ero più un elemento di disturbo ai diavoli infernali? Questo voleva dire che i miei sogni erano più che reali e non l’inganno illusorio del Demonio.
Poggiai le labbra sulla fronte di Matteo ed abbassai le palpebre per un lungo minuto. Avevamo l’odore dei nostri poteri fusi l’uno nell’altro, e quel calore che divampava dai nostri corpi ci avvolgeva in un abbraccio di fuoco.
La stretta al cuore divenne quasi dolorosa quando ammise, con il volto rigato dalle lacrime e nascosto tra le pieghe della mia camicia, che quei due bastardi, Kilian ed il fratello, gli avevano rubato la vita. La sofferenza di Matteo e la sua richiesta di aiuto alimentarono la mia sete di vendetta che si diffuse nel sangue come un potente veleno mortale.
Quando mi disse che voleva vedere di nuovo, eravamo occhi negli occhi, ed un brivido simile ad una scossa elettrica si irradiò lungo la colonna vertebrale, lasciandomi per alcuni secondi turbato. Raffaele, cosi mi aveva chiamato, erano cinquemila anni che nessuno usava quel nome ma più di tutto nessuno mi aveva più invocato con tale ardore nel cuore.
... e inaspettatamente, Matteo accusò un forte dolore agli occhi, lo vidi indietreggiare leggermente senza mai lasciare la mia mano e portare l’altra mano a coprirsi il volto.
<< Padre, non può essere. >> sussurrai in Enochiano, l’antica lingua degli angeli.
In ebraico Raffaele vuol dire "medicina di Dio" o "Dio guarisce" in un tempo ormai lontano, scendevo nella piscina e ne agitavo l'acqua, concedendo la guarigione da ogni malattia al primo che vi si sarebbe tuffato dentro dopo il moto dell'acqua. Guarivo da ogni male coloro che accoglievano Dio nel proprio cuore. La storia di Tobia ancora oggi viene narrata.
…ed infatti cosi fu, a Matteo tornò la vista.
<< Lui è dalla tua parte. >> pronunciai quelle parole con commozione, ogni dubbio, ogni interrogativo che mi ero posto sul mio amico, avevano ricevuto finalmente risposta. Matteo era puro, figlio di mio Padre, seppure trasformato in demone, il Male non aveva sfiorato la sua anima, e che lui tornasse a vedere attraverso di me ne era la dimostrazione.
Un segno, che Lui non ci aveva dimenticati.
Partecipai al suo entusiasmo, e mi persi nei suoi occhi di un magnifico colore azzurro, ultraterreno come i nove cieli del Paradiso. Le sue dita mi accarezzavano il viso ridisegnandomi i lineamenti, mi chiese cosa stesse succedendo e la risposta a quella domanda mi fu chiara da subito.
<< Ha ascoltato il tuo grido d’aiuto. Un tempo, amico mio, avevo il potere delle guarigione. >> gli sorrisi dolcemente, e questa volta senza rimpianti. Se avevo perso tutto, era solo per colpa mia.
Non appena le sue dita lentamente si separarono dalle mie per ringraziare la sua salvatrice rossa e per vederla finalmente attraverso i suoi occhi, il povero Matteo fu inghiottito nuovamente nel buio assoluto. Un grido lacerante di rabbia e disperazione tuonò nella piccola stanza, vidi che a tentoni si voltò nella mia direzione per cercare la sicurezza delle mie mani, cosi non persi tempo ad intrecciare le dita tra le sue. Ero sbalordito, mi disse che ritrovava i suoi occhi quando i nostri corpi entravano in contatto.
<< Esiste una leggenda su di un lago, su di un’ isola non molto distante dalla costa, in cui si narra che dei Serafini gettarono dal Paradiso alcune gocce delle acque pure del Grande Lago. Nutrirono il lago terrestre e donarono all’acqua poteri magici. E’ stato per lungo tempo venerato dai pagani come tempio delle Ninfe, di un antico e sedicente Dio degli uomini del passato. >>
Gli accarezzai una guancia, e continuai a tenerlo per mano.
<< Non voglio darti false speranze, ma potremmo provare. Se Lui ci assiste, potrebbe guarirti attraverso di me, definitivamente. >>
Mi voltai in direzione della demone rossa.
<< Abbiamo bisogno di te, per intraprendere questo viaggio. Se dovessero attaccarci dovrei separarmi da Matteo e lui resterebbe isolato. Sei disposta ad unirti a noi? >>
Per una volta misi da parte orgoglio e pregiudizi, invitando un demone, alla spedizione. Non avevo mai collaborato con un potenziale nemico, ma per Matteo avrei abbassato la guardia e sfidato la sorte..
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lui poteva essere il mio salvatore, il mio soccorritore che mi avrebbe ridato la luce agli occhi per sempre... mi raccontò della leggenda del lago... e se volevo provarci
<si> ... dissi senza esitazione
<si Raffaele> ribadii piangendo come un bambino a cui gli avevano rubato il giocattolo che aveva di più caro al mondo... con mia sorpresa poi invità la mia amica a fare quell'esperienza con noi... Raffaele aveva un grande animo, un animo nobile...stava lottando contro se stesso per il mio bene...
gli baciai un palmo della mano...mentre lo stringevo a me...
Noctura era sconvolta per quello che stava accadendo...
<devi aiutare anche il mio... amico, Raffaele dobbiamo poi aiutare anche un altro angelo che è qui a Littoria... io forse... mi sono innamorato di lui...> il ragazzone biondo mi sorrise, un sorriso colmo di gioia... di certo arrosii un pò
<anche se... sai... > dissi guardando a terra per l'imbarazzo...
<kilian è nel mio cuore...> ritornai a guardarlo...
<dove ci sei anche tu...> non potevo far altro che essere sfacciatamente sincero ed onesto, agli occhi di Raphael non si potevano non dire le cose...
<ma il mio angelo ha bisogno di aiuto, vaga ora per Littoria con mio fratello in cerca di qualche cura per i miei occhi dopo questo tentativo del lago dobbiamo aiutarlo... promettimelo Raf...> lo guardai... molto intensamente...
<dobbiamo aiutare il mio angelo GABRIELE..... Gabriel è indifeso...senza memoria...>
una strana luce brillante intravidi negli occhi del mio salvatore...
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Shaogorath.
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Rimasi sconvolta, per una volta ero senza parole. Non mi era mai capitato di vedere nulla del genere in tutta la mia lunga esistenza. La leggenda che narrò velocemente Raphael mi incuriosì leggermente ma feci in modo di non far trasparire la mia curiosità. Nel giro di poco tempo Matteo pronunciò il nome di Gabriele. Sorrisi.
Questo posto è un covo di pennuti...
Pensai ridendo interiormente, mi sarei divertita in futuro.
A lasciarmi spiazzata, però, non fu la storia della leggenda, il potere di Raphael o la citazione di Gabriele, erano notizie straordinarie, ma rimasi completamente di stucco quando mi chiese di unirmi alla loro "avventura".
Lo squadrai in cerca di un qualsiasi segno che potesse rivelarmi una futura trappola . Non vidi nulla di tutto ciò nel suo sguardo, ma ero comunque restia a fidarmi. Non sarebbe stata la prima volta in cui mi avrebbero teso una trappola.
-Chi mi assicura che non è una trappola?-
Chiesi velenosa stringendo gli occhi fino a farli diventare due fessure cremisi.
-Anche se venissi... cosa ci guadagnerei?-
Aggiunsi incrociando le braccia al petto fissando il mio sguardo furente sul suo.
Probabilmente stavo rischiando grosso nel sfidarlo, ma non mi importava.
Avevo perso tutto, non avevo nulla da perdere oltre alla vita, ma la cosa non mi importava granchè.
-Sto aspettando una risposta...-
Sibilai con un sorriso tutt'altro che rassicurante sulle labbra.. -
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Noctura aveva tutte le ragioni di questo mondo... si stava ritrovando nella peggio soap opera drammatica di tutti i tempi e un suo nemico la voleva con se in un cammino che .... non era suo... voleva rassicurazioni e guadagni...
"ha ragione..."
<noctura...amica mia salvatrice...> le dissi prendendole una mano nella mia facendo attenzione a non lasciare l'altra dal mio angelo a questo punto custode in tutti i sensi... colui che mi donava vita e vista...
<te lo assicuro io....> le sorrisi...
<non è una trappola... ne guadagnerai di certo tanto... non materialmente forse, ma te lo assicuro...> le strinsi la mano forte guardandola con affetto...pendevo dalle sue labbra... ma un no poteva arrivare e lo dovevo accettare...
PROSSIMI TURNI:
RAPHAEL
NOCTURA
MATTEO.