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.VIA! 
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Ci avviammo insieme al negozio di magia, dovevo fare un po' di rifornimento, mi servivano alcune tisane e volevo vedere se c'era qualcosa per aiutare Roxy con il suo problema.
Il vicolo era famigliare per me ci avevo passato molto tempo, il sole stava calando.
o no dimenticavo che il negozio è visibile solo agli esseri magici, ma Dorian è dal primo momento che l'ho vista che mi dà la sensazione che non sia il essere umano normale, se vedrà il negozio allora capirò chi è
Continuammo a camminare i miei tacchi facevano eco ad ogni mio passo
<siamo quasi arrivate tranquilla>. -
NIHAL98 .
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"D'accordo,sai sono proprio curiosa di vedere questo negozio!" le dissi al massimo dell'euforia."Cosa vedono in questo negozio?Tisane?" le chiesi sorridendo.
Si sta facendo buio,pensai.Povera la mia micia è stata a casa da sola tutto il giorno pensai con un po' di dispiacere.In quel momento arrivvammo davanti a un negozietto davvero angusto,mi sapeva di....magia;in quel momento guardai Iris e le chiesi "E' questo il negozio?" nello stesso istante guardai l'insegna con scritto:"Negozio di Magia".Nel momento in cui lessi l'insegna persi un battito!Chi è questa ragazza?Non sarà una strega come me?No,non mi sembra....,pensai.. -
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Mi chiese cosa vendeva precisamente il negozio
<<un po' di tutto tisane, erbe, ciondoli tutte cose molto particolari >>
Facemmo qualche altro passo e arrivammo davanti al negozio, Dorian chiaramente lo vedeva
bene adesso dobbiamo mettere le carte in tavola, non si può piû nascondere la cosa, ma non voglio spaventarla
La guardai in modo molto amichevole e mi fermai il sole ormai era calato del tutto e il buio ci svolgeva, eravamo rischiarate solo dalla tenue luce dell'insegna del negozio
<<tu riesci a vedere il negozio? Sei una strega?>>
speriamo che ora non si metta sulla difensiva. -
NIHAL98 .
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Mi chiese se ero una strega.Probabilmente quel negozio non poteva essere visto dagli esseri umani e di certo io e lei non lo eravamo,tanto valeva dirle la verità.
"Mi hai scoperta!" le dissi con un sorriso beffardo "Si sono una strega la più potente di tutta la Russia.Come la mia discendenza ovviamente!" feci una pausa e continuaii "Tu cosa sei invece?Non sei una strega perchè l'avrei sentito."
Rimanemmo davanti al negozio sempre illuminate dall'insegna.. -
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Mi aveva rivelato chi era e non sembrava preoccupata per questo
sembra piuttosto sicura di se
Mi chiese io cos'ero?
sa bene che non sono una strega, a questo punto direi che anch'io posso rivelarmi
<<sono una vampira>>
Le dissi e sorrisi mostrandole i canini
si spaventerà per questo?
E rimasi in attesa di una sua reazione. -
NIHAL98 .
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Una vampira... pensai.Non mi faceva paura.
"Avrei dovuto immaginarlo!" dissi sorridendo "Hai un'aura cos..." mi bloccai.Non era la sua aura,era quella di un'altra...."Non può essere" sussurrai
"Iris,entriamo?" le dissi sforzando un sorriso.Speravo con tutto il cuore che non fosse quello che pensavo.
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non è molto sorpresa, ma cos'ha che non va improvvisamente?
Il suo sguardo era cambiato, non sapevo se fosse paura o sorpresa o curiosità, mi chiese di entrare.
<<certo entriamo, siamo venute a posta, non era un imboscata per farti rivelare la tua identità >>
Le sorrisi
forse un pò lo era
Pensai un po' malignamente
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NIHAL98 .
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Ok dissi distrattamente,ma il mio sguardo era fisso in quel punto.Poi mi ripresi appena non veddi più nulla.
Non è una persona che conosco...Chi potrà mai essere?Non è che sta persegitando iris?No non credo....,pensai mentre entrai nel negozio.Il suono di un campanellino avissava del nostro arrivo.
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Non potevo credere alla mia fortuna. Finalmente la sorte cominciava a girare dalla mia parte. Avevo lasciato il casinò e stavo camminando senza meta per le strade quando una macchina mi sfrecciò a fianco. Alzai la testa distrattamente e granai gli occhi. All’interno della macchina c’era Beatrix! E la macchina si stava fermando proprio in quel momento e lei stava scendendo. Mi guardai intorno. Non c’era nessun altro nei paraggi, il terremoto aveva fatto scappare gli esseri umani verso luoghi più sicuri. La macchina ripartì e lei si infilò in un vicolo.
Sorrisi. Era il momento di entrare in azione. Senza perdere tempo assunsi il mio vero aspetto e volai in cima al palazzo. Di nuovo con le mie sembianze umane la osservai dall’alto sedersi sopra un cassonetto e cominciare a sfogliare il libro che teneva tra le mani.
Piombai davanti a lei così velocemente che si accorse della mia presenza solo quando la afferrai per il collo e la imprigionai contro il muro.
< Finalmente…>
Mormorai assaporando quel momento atteso così a lungo. Lei sgranò gli occhi, doveva ancora capacitarsi completamente di quanto stava accadendo, ma si riprese molto in fretta.
Lasciami, maledetto bastardo!
Urlò per nulla intimorita.
< Shh, piano tesoro, cosa penseranno i vicini?>
Mi lanciò un’occhiataccia carica d’odio e pronunciò una parola a me sconosciuta. Un lupo nero si materializzò al suo fianco. Lo osservai sorpreso. Allora conosceva già i suoi poteri, o perlomeno sapeva di essere una strega. Il lupo fece per scagliarsi contro di me, le zanne in fuori. Sorrisi.
< A cuccia, cuccioletto.>
Dissi prima di rivolgere la mano libera verso l’animale che immediatamente prese fuoco e si dissolse ai nostri piedi con un guaito. Lei spalancò gli occhi. Doveva essere la prima volta che qualcuno metteva fuori gioco il suo famiglio. Non perse tempo e si sfilò di colpo il guanto dalla mano destra, mettendo in bella mostra il marchio sul dorso. Il mio marchio. Fui più veloce di lei. Le afferrai il polso con la mano libera, sapendo cos’aveva intenzione di fare, e lo serrai in una morsa d’acciaio allontanando la sua mano da me.
< Non così in fretta, tesoro, chi credi te l’abbia dato quel potere?>
Mi guardò sbigottita, mentre le mie parole si insinuavano nella sua mente e cominciavano a prendere significato. Le sorrisi sardonico prima di avvicinare il mio volto a lei.
< Questo luogo non è adatto per parlare, non sei d’accordo? Potrebbe arrivare qualche ficcanaso da un momento all’altro e nessuno deve rovinarmi questo momento! Ci vorrà solo un attimo.>
Incanalai il mio potere attraverso la mano attorno al suo collo, risucchiando la sua energia. Lei si dimenò nel vano tentativo di liberarsi, ma fu tutto inutile. Dopo pochi secondi perse i sensi. La caricai in spalla e dopo essermi accertato che non ci fosse nessuno per le strade, mi incamminai verso il mio rifugio. Era ora di dare inizio alle danze.
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Mi sedetti sopra un cassonetto e cominciai a leggere finalmente il libro che avevo comprato. Non sapevo il perché ma era come se una parte di me fosse convinta che lì dentro avrei trovato le risposte alle mie domande. In caso contrario, avrei avuto un’ora di tempo per meditare su quanto era accaduto prima di incontrarmi nuovamente con le due donne.
Fu un attimo . Mi accorsi di quanto stava accadendo solo quando mi ritrovai imprigionata contro il muro, una morsa d’acciaio che mi stringeva il collo. Alzai gli occhi sull’uomo di fronte a me. Non mi lascai impressionare dal fisico possente che si celava sotto quegli abiti eleganti, né dai suoi occhi penetranti.
<lasciami, maledetto bastardo!>
Ringhiai cerando di liberarmi. Chiunque fosse, era dannatamente forte! Per tutta risposta lui mi canzonò. Osava prendersi gioco di me? Non aveva idea di chi aveva di fronte!
< Ujk!>
Urlai furiosa. Il mio lupo comparve prontamente al mio fianco, scagliandosi contro il mio aggressore. Ma accadde qualcosa che non avrei immaginato neanche nei miei incubi peggiori. L’uomo stese una mano verso di lui e lo incenerì senza il minimo sforzo. Nessuno era mai riuscito ad eliminare il mio famiglio e di certo non con così tanta facilità! Chi diavolo era quel mostro?
Mi sfilai prontamente il guanto destro, liberando la mia mano maledetta. Chiunque fosse non avrebbe resistito a quel potere. Ma ancora una volta mi colse di sorpresa. Fu più veloce di me, immobilizzandomi il polso, come se sapesse cosa stavo facendo.
Non così in fretta, tesoro, chi credi te l’abbia dato quel potere?
Sgranai gli occhi, sbigottita. Che intendeva dire? Era stato lui a darmi quel potere? Ma chi diavolo era? In un lampo mi tornarono alla mente le parole della zingara.
Lui è qui per te.
Si riferiva forse a lui? Mi guardai introno. Le strade erano completamente deserte e la macchina con Zulejka e Katherine lontana chilometri. Se fossi riuscita a richiamarle indietro in qualche maniera… Con l’unica mano libera cominciai a preparare un incantesimo di localizzazione, ma improvvisamente le forze cominciarono a mancarmi, risucchiate dalla mano attorno al mio collo. Non c’era più tempo. Riuscii a malapena ad eseguire un incantesimo di protezione sul guanto nero incidendovi sopra una runa. Così facendo solo un’altra strega avrebbe potuto raccoglierlo. Sperai che Zulejka e Katherine, non vedendomi arrivare all’appuntamento, sarebbero venute a cercarmi, magari tornando nel luogo dove mi avevano lasciata e avrebbero trovato il guanto. Le forze mi abbandonarono completamente e prima di sprofondare nell’oblio, lascai ricadere il guanto nero a terra.
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Quando uscì dal negozio di magia si passò una mano tra i capelli, non può fare niente per Iris, l'unica cosa è aspettare... E decisamente lui non è mai stato un tipo molto paziente, sa già che impazzirà se non farà qualcosa per distrarsi.
avrei bisogno di una bella sbronza direi...
Si accentrò in strada e alzò il braccio per chiamare di nuovo un taxi
di questo passo comprarmi una macchina non è un'idea poi così malvagia
Si accostò un taxi con alla guida una mora bella da mozzare il fiato
ok niente macchina come non detto
Aprì lo sportello ed entrò sedendosi accanto alla bella autista sul sedile del passeggero
<<dove la porto signore? Al casinò?>>
Un espressione sorpresa gli comparve in viso, che domanda strana e diretta, forse era successo dell'altro dopo che aveva lasciato quel posto
<<e perché dovrei voler andare proprio in quel posto? >>
La ragazza sorrise e si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio
<<ma come non sa della festa? È tutta la sera che lascio gente lì davanti, c'é un ballo in maschera>>
e io che credevo fosse successo qualcosa di grave, a quanto sembra dopo eventi tragici in questa città festeggiano
Forse avrebbe potuto incontrare di nuovo Iris e il piccolino, oppure avrebbe potuto scoprire di più sul tipo a cui l'aveva affidata l'ibrido, guardò la bella tassista sorridendogli maliziosamente
<<perché non vieni alla festa in maschera con me?>>
La ragazza scoppiò a ridere e l'ego di Damon ne risentì un po'
<<a dire la verità dovevo andarci col mio ragazzo ma gli hanno cambiato il turno e stasera lavora, così anch'io ho colto l'occasione per lavorare... Avevo anche già comprato le maschere... mi dispiace ma dovrò declinare il tuo lusinghiero invito>>
Incredibile... Era riuscito a trovare l'unica brava ragazza di tutta quella ridente cittadina, alzò gli occhi al cielo, pensò che avrebbe potuto soggiogarla senza problemi, ma la compagnia delle donne non era una cosa che gli piaceva ottenere così
<<io non ho una maschera da mettere quindi per questa volta dovrò passare temo...>>
La ragazza lo guardò con espressione dispiaciuta
<<o andiamo... Posso darti quella del mio ragazzo per farmi perdonare del mio no!>>
Sorrise sorpreso dallo slancio della ragazza nei suoi confronti
<<dopo questo che altro ti devo dire... Portami al casinò!>>
Disse e gli fece l'occhiolino mentre la ragazza accelerò con aria soddisfatta
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Fu il trillo incessante del cellulare a strapparmi dal limbo di incoscienza in cui ero sprofondato. Riaprii gli occhi, ritrovandomi riverso a terra in un vicolo deserto. Cercai di rimettermi in piedi, ma il dolore non se n’era andato, anzi: sembrava essersi acuito mentre ero privo di sensi. Mi trascinai a fatica vicino al muro e mi misi a sedere prima di infilare una mano nella tasca interna della giacca e sfilare il telefonino sul cui display compariva la scritta Numero sconosciuto, ma non mi serviva vedere il numero per sapere chi mi stava chiamando.
< Pronto?>
<si può sapere che fine avevi fatto? È da più di venti minuti che continuo a chiamarti inutilmente!>
< Mi perdoni, arcivescovo Enrico, ma ho avuto… un contrattempo.>
Risposi soffocando un lamento. I simboli angelici non accennavano a disattivarsi, era come se volessero fondere le mie ossa per uscire dal mio stesso corpo.
< Non so cosa stia accadendo in questa città, ma i simboli angelici si sono attivati all'improvviso senza alcun motivo apparente e non accennano a placarsi. È come se l’inferno stesso si fosse risvegliato di colpo.>
Dall'altra parte ci fu qualche secondo di silenzio prima che l’arcivescovo annunciasse:
< Manderemo qualcuno a controllare, i tuoi ordini sono cambiati.>
Quelle parole mi illuminarono e per un istante dimenticai anche il dolore. Finalmente sarei entrato in azione e avrei bandito quelle creature maledette da quella città dimenticata da Nostro Signore.
< Ti recherai all'Isola delle Ombre. C’è un nuovo contingente di cacciatori che si sta allenando e sarai proprio tu a concludere il loro addestramento.>
Spalancai gli occhi, incredulo.
< C-come? Credo di non aver capito bene…>
< C’è un motoscafo che ti aspetta al porto di Littoria, abbiamo già provveduto a caricare tutti i tuoi effetti a bordo, così da non farti perdere tempo.>
< In nome di Dio, Eccellenza, che sta succedendo?!>
Mi alzai in piedi a fatica, appoggiandomi al muro alle mie spalle.
< Prima mi mandate in questa città che sembra uscita dall’inferno stesso con tutti gli abomini che la popolano e mi impedite di agire limitando il mio ruolo a quello di semplice osservatore, quando ci sono membri nella Sezione XIII addestrati appositamente per questo ruolo. E ora che vi ho appena riferito che qualcosa di oscuro e malvagio sembra essersi risvegliato, mi spedite lontano 80 chilometri ad addestrare delle reclute quando ci sono uomini ben più adatti di me! Io sono un cacciatore! Per questo motivo mi avete addestrato, per questo motivo mi avete creato, per eliminare ogni creatura che ammorba questa terra! Allora perché mi impedite di fare il mio dovere? E qual è il vero motivo per cui mi avete mandato in questa città da cui ora mi costringete ad allontanarmi?!>
Per la seconda volta, dall'altra parte non ottenni alcuna risposta per diversi secondi, come se anche l’arcivescovo stesse cercando una soluzione plausibile. Infine, dopo un tempo che mi parve infinito, fui liquidato semplicemente con:
< E’ un ordine che arriva direttamente dal cardinale Zimmerman e tu ti atterrai a ciò che ti viene comandato. Questo è tutto, non abbiamo altro da dirci.>
Con queste parole l’arcivescovo interruppe la chiamata lasciandomi lì, incredulo, a fissare il display del telefonino. In un moto di rabbia lo scagliai contro il muro di fronte, mandandolo in frantumi. Tanto, come aveva detto lui stesso, non avevamo nient’altro da dirci!
Inspirai a fondo, cercando di tenere sotto controllo la collera che ribolliva insieme alle mie ossa. Alla fin fine ero un soldato, proprio come tutti gli altri, e non avevo altra scelta che obbedire agli ordini. Mi staccai dal muro e uscii dal vicolo. Se non altro, la rabbia in quel momento superava il dolore e riuscii ad incamminarmi verso il porto.
Zimmerman. Cosa c’entrava il cardinale con tutta quella faccenda? Era solo un caso che proprio ora che il mio corpo sembrava andare in fiamme mi allontanassero da Littoria? E perché mi avevano sempre impedito di agire e dare la caccia alle creature che popolavano la città? A quanto pareva, le mie domande avrebbero dovuto attendere un bel po’ prima di avere finalmente una risposta, almeno finché non avessi concluso il mio nuovo ruolo all’Isola delle Ombre.
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Maiky (Lys) .
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Tutto sapeva di losco ma di certo lui non se ne curava minimamente.
Il fatto che fosse muto nemmeno, l'appuntamento era stato fissato per SMS e la cosa a Bryce era propriamente congeniale.
Due volti illuminati solo dal lampione lontano qualche passo da loro.
Due volti duri e fieri, nei tratti, si fissavano ed uno scambio rapido di informazioni tra loro. Una foto in mano del sicario che aveva appena abbassato lo sguardo ad una tipica carta stampata e stropicciata, usurata dalle dita di Logan e dal tempo immemore, faceva si che si potesse definire il tempo esatto del possesso: cinque anni su per giù.
Una voce cupa e roca sibilava ordini ed il capo dell'altro uomo, annuiva leggermente in risposta.
L'aveva scovata.
Nell'esattezza ora non sapeva dove fosse e soprattutto se fosse stata sola. Difatti era il primo ordine imposto.
Un assottigliare gli occhi di Bryce, un indurire le labbra come a pronunciare parole mute e le pupille, dilatate al massimo, di un color nero pece.
Due pozzi profondi, inghiottirono l'azzurro predominante.
Logan quasi intimorito fece un passo indietro mentre una folata gelida di quel sguardo assassino gli fece rizzare i capelli radi dietro la nuca dando via ad un formicolio che si bloccò a metà della spina dorsale.
Ok, Ok..ho capito. Hai carta bianca. Il mio numero l'hai.
Quando avrai terminato il lavoro riceverai il resto, questa è la metà, il resto al termine come d'accordo.
Allungò una busta con del denaro, un gruzzolo proficuo che avrebbe garantito al vampiro di potersi levare qualche sfizio.
Il tempo di sollevare gli occhi e Logan si trovò stranito.
Da solo in mezzo a quel vicolo abbandonato e spaesato dal fatto che nel giro di pochi secondi, una frazione di movimento e Bryce non c'era più.
Non c'era da sorprendersi..la sua fama lo precedeva.
[. . .]
I piani del vampiro, passo dopo passo, prendevano forma.
Avrebbe fatto un lavoro impeccabile.
Le suole ora calpestavano pozzanghere, testimonianze di una pioggia passata. Di un tempo instabile in contrapposizione ad idee sempre più nitide e trovandosi ormai lontano dall'umano e dagli altri battiti di cuore ...
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Sentii dei passi vicinissimi a me, quando mi girai vidi la bellissima donna che aveva passato la serata con me in versione casual
cavolo è stupenda più così che in abiti eleganti... devo smetterla non è il momento... certo è stata davvero velocissima a cambiarsi
Mi crogiolai un po' in quel pensiero, il tempo che ci aveva messo era sorprendente e il mio istinto sospettava... ma al momento il ragazzo che sanguinava era la priorità.
Ci avvicinammo, io per primo e lei era a qualche passo dietro di me.
<<ei stai bene? Che cosa è successo ti va di raccontarmelo?>><b>
Chiesi quando fummo abbastanza vicini, tesi la mano e il ragazzo si appoggiò a me barcollando
<<io non credevo che...>>
Era terrorizzato e non proseguì la frase
<b><<va tutto bene ti aiuteremo noi>>
Dissi cercando di avere un tono più rassicurante possibile, il ragazzo mi guardò e svennè, lo feci sdraiare a terra
<<ei ei ei, apri gli occhi guardami!>><b>
Il ragazzo non reagiva, misi due dita sul suo collo, non sentii il battito
dio no è morto!
Mi alzai e mi voltai verso Iside
<b><<è morto>>. -
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Mi avvicinai a Dylan e insieme soccorremmo il ragazzo. Sembrava sconvolto, fuori di sè dalla paura. Balbettò qualche parole sconnessa, dopodiché si accasciò a terra. Dylan lo scosse, cercando di farlo rinvenire, ma dopo avergli tastato il collo si alzò e voltandosi verso di me disse che era morto.
Mi avvicinai a mia volta, guardando bene il giovane a terra esanime.
< E' terribile.>
dissi cercando di sembrare sconvolta. Mi guardai intorno, cercando qualche indizio su chi avesse potuto ridurlo così o su cosa potesse essergli accaduto. Probabilmente Dylan interpretò la mia reazione come un volermi allontanare da quella scena raccapricciante, ma in realtà se fossi stata da sola avrei potuto rianimarlo e farmi spiegare in tutta calma cos'era successo.
< Dobbiamo avvertire i tuoi colleghi, se è stato aggredito altre persone potrebbero essere in pericolo.>
suggerii tornando a voltarmi verso il mio accompagnatore.
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VICOLO |
